NIÑO

NIÑO

scritto e diretto da Tino Caspanello

NIÑO foto scena 2

con Cinzia Muscolino

 

Una storia vera, venuta alla luce soltanto pochi anni fa, che la protagonista ha taciuto fino alla morte per pudore e paura. Siamo in un piccolo borgo siciliano, nei primi anni del 1950. Gli esiti della guerra da poco finita, una politica disattenta e un’economia mai decollata costringono ancora i siciliani a lasciare le proprie case. La protagonista, un’anima mite e allegra, votata all’educazione dei bambini che raccoglieva per strada, incontra, per una sola volta, uno dei tanti emigrati che, dall’Argentina, è tornato per trascorrere una breve vacanza. Ed è promessa di matrimonio, è un viaggio, è la “fortuna che arriva dall’America”; ma qualcuno, per salvarsi, gioca un brutto tiro alla donna, proprio nel momento in cui lei sta per scendere dalla nave appena approdata nel porto di Buenos Aires; e il futuro, sognato felice durante l’attesa, si trasforma in un presente doloroso, che solo un velo di poesia e di alienazione possono alleviare. Il testo è stato scritto, tradotto e presentato in francese sotto forma di studio a Grenoble, durante il festival Regards Croisés, nel 2011.

 

Recensioni

“La scrittura di Caspanello è puntellata di metafore e la liricità delle parole viene equilibrata da tempi teatrali lenti e misurati. Cinzia Muscolino, con un’interpretazione dalla mimica trasognante restituisce tutte le diverse emozioni che il personaggio prova durante il ripercorrere un viaggio che dalla speranza la conduce alla rassegnazione di una vita, in quell’inferno del quale tacerà per sempre.” Benedetta Bartolini – https://paneacquaculture.net/2016/05/10/il-nino-di-caspanello-simbolo-di-una-salvezza-negata/

“La scrittura drammaturgica di Tino Caspanello si dipana tra le pieghe dei silenzi poetici, come per esempio nello struggente “Mari”, tradotto e più volte rappresentato in Europa. Dialoghi ridotti all’osso che agiscono per esclusione ed effetto, il risultato è una dialettica del sentimento che scarnifica all’essenziale le emozioni. Una filosofia lirica che si presta alla scrittura per il teatro e ne coglie l’essenza primordiale, la parola come flatus voci.” Domenico Trischitta –  lacasadelleparole.it

 

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